Tamara de Lempicka

Tamara de Lempicka è stata una pittrice polacca dallo stile Art Déco, nata a Varsavia il 16 maggio 1898.
Dopo la morte del padre, Tamara trascorre qualche anno con la nonna Clementine e insieme a lei compie il primo importantissimo viaggio in Italia, nel 1907, per poi trasferirsi a San Pietroburgo.
Nella città russa conosce e sposa un giovane avvocato, Tadeusz Lempicki, dal quale deriva il suo nome d’arte e con il quale si traferisce a Parigi nel 1918. Nella Ville Lumière Tamara frequenta l’Académie de la Grande Chaumière e nel 1922 espone per la prima volta al Salon d’Automne.

Tamara de Lempicka prende spunto dalle rotondità e le tonalità tipiche di Ingres e dal post-cubismo costruttivista e sitentico del suo maestro Andrè Lhote. La pittrice modella la plasticità dei corpi attraverso una luce artificiale dalle ombre decise di influenza cubista e un gusto Art Déco riletto in chiave personale. Tamara dipige con pennellate piatte e compatte, utilizzando colori accesi graduati per creare linee pure e definite.

L’atmosfera che si respira nelle sue opere è densa di erotismo e provocazione. Le donne di Tamara sono nuove veneri moderne, borghesi  e altezzose, hanno la pelle avorio e sono adagiate i pose sensuali, riflettendo il clima culturale e la moda contemporanea.

Sono stata la prima donna a dipingere in maniera chiara e pulita: questo è il segreto del mio successo. Un mio quadro può essere subito riconosciuto tra altri cento…Il mio stile attirava subito l’attenzione: era chiaro, era perfetto.

Nel 1925 ottiene i primi riconoscimenti a Parigi trasformandosi in una delle icone della vita mondana e artistica della capitale francese. Travolta dalla frenesia della popolarità e dei nuovi svaghi degli anni ’20, l’artista si costruisce un personaggio a tavolino e inizia a fare scandalo. Ben presto rivela la sua bisessualità, sfoggiando le sue travolgenti passioni per ritagliarsi un posto nello scenario glamour di quegli anni. La serie di pitture dedicata a “ la belle Rafaëla” è il risultato dell’amore ossessivo dell’artista per una donna.

Per il Salon francese del 1922 dipinge Le due amiche (Perspective), un olio su tela con richiami cubisti e dalle linee talmente dure da far sembrare le due protagoniste come due manichini inanimati e inespressivi. Lo sguardo freddo e distaccato delle donne dipinte non genera grandi entusiasmi nel pubblico, anche a causa del tema provocatorio del soggetto, che ritrae un modaiolo amore saffico.

Kizette al balcone (1927) raffigura una bambina al balcone seduta su uno sgabello, in una posa che richiama il ritratto di Bia deMedici di Agnolo Bronzino, artista spesso citato da Tamara de Lempicka a partire dal suo viaggio in Italia. Alle spalle della protagonista, si staglia un paesaggio urbano decostruito e appiattito dalle tonalità cromatiche tenui  (gialli, grigi e bianchi) che richiamano il candore virginale della bambina dai morbidi contorni infantili.

Il celebre Autoritratto del 1929 viene utilizzato come copertina di luglio della celebre rivista tedesca “Die Dame”. Il dipinto ottiene popolarità e diventa il manifesto di un’intera epoca. Per quest’opera, la pittrice si raffigura a bordo di una Bugatti, sinonimo di velocità e di lusso, rendendo così l’idea della donna emancipata e indipendente, esattamente come richiama lo sguardo fiero con cui si rivolge verso lo spettatore. Le linee morbide del viso entrano in conflitto con la spigolosità del foulard che porta intorno al collo, dai richiami metallici e geometrici.

Avevo un principio: non copiare mai. Creare uno stile nuovo, colori chiari, luminosi, scopri l’eleganza nascosta nei tuoi modelli.

Dopo il matrimonio con il barone Kuffner, nel 1933, Tamara de Lempicka ottiene la fama e la ricchezza a lungo bramata. Nel 1939 si trasferisce negli Stati Uniti, Houston in Texas, dove continua a dipingere rifiutandosi tuttavia di esporre a causa della critica negativa con cui furono accolte le sue ultime opere. Muore a Cuernavaca in Messico, il 18 marzo 1980.

Un articolo di Martina Giangiacomo

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