Ann Veronica Janssens – nata nel 1956 a Folkestone (UK) – è un’artista inglese che esplora esperienze spazio temporali e i limiti della percezione attraverso installazioni e sculture minimali.
“Ho investigato la permeabilità del contesto e il risultato è una decostruzione delle forme che frammenta la nostra percezione del contesto stesso”.
I suoi primi lavori, ideati negli anni ’80, erano basati su architetture esistenti e avevano lo scopo di estendere e amplificare l’architettura stessa attraverso la frammentazione dei suoi elementi materiali. Un Esemio è “Gallery Inexistent” (1988), un’installazione creata con blocchi di cemento presi in prestito da una costruzione esterna e accatastati nello spazio espositivo di una galleria. Col passare degli anni Janssens ha iniziato a interessarsi anche ai media non materiali, quali la luce, la nebbia e il suono a cui applicava le sue conoscenze scientifiche per rivelare la transitorietà delle situazioni materiali e offrire una nuova visione rallentata del reale.
Janssens vede le sue installazioni come una forma di ipnosi, che richiede attenzione e consapevolezza da parte dell’osservatore. In un lavoro che è parte della sua serie “Dichroic Projection”, per esempio, l’artista espone come differenti luci colorate possono creare molteplici atmosfere, specifici effetti percettivi o stati d’animo. Orchestrando cambiamenti minimi e sottili nella luce o nel movimento, Janssens rende possibili varie interpretazioni, permettendo a ogni visitatore di avere un’esperienza unica e diversa dagli altri.
“Io sperimento sempre la possibilità di rendere fluida la percezione della materia o dell’architettura che la vedo come un ostacolo al movimento e alla scultura. Nei mie lavori la luce si insimua nella materia e nell’architettura e ne destabilizza la resistenza, che finisce col dissolversi lasciando spazio a nuove percezioni visive”.
Il lavoro “Sweet Blue” (2010-17), parte della serie “Aquarium”, consiste in un cubo di vetro riempito con olio di paraffina. Come risultato di uno strano fenomeno ottico, uno strato colorato compatto sembra dividersi dal liquido trasparente, fluttuando sopra di esso.
Per il lavoro “California Blinds 2” (2015) Jassen ha coperto delle comuni tende veneziane con foglie l’oro per creare una scultura con riflessi mobili. In “Cunicule 2” (2011) l’oro è usato di nuovo per coprire un elemento architettonico d’alluminio appeso nel muro della galleria. Il titolo francese, che significa “onda di calore”, allude sia all’effetto meteorologico che ai miraggi che si percepiscono attraverso il riverbero del calore.