Eve Andree Laramee è un’artista americana che realizza installazioni legate alle tematiche scientifiche a ambientali.
I suoi lavori intedisciplicari e hanno l’obiettivo di creare un ponte che colleghi arte contemporanea e scienza, collaborando con fisici, geologi, biologi ed ecologisti fin dal 1980.
Si tratta di lavori attivisti dal punto di vista politico, sociale e ambientale, destinati a tutte le persone che non fanno parte del pubblico dell’rte contemporanea.
“Condividendo le innovazioni e incentivando la collaborazione tra arte e scienza è possibile dare una forza maggiore alle azioni, stimolare un cambiamento della società, estendere le possibilità in cui le diverse culture del mondo immaginano, creano e apprendono”.
Nei suoi lavori più recenti, l’artista interpreta le modalità in cui l’uomo si appropria dell’ambiente circostante e mostra l’impatto delle centrali atomiche e dei residui delle bombe nucleari.
Tra le altre installazioni di Laramee emergono tematiche quali l’ingiustizia sociale, mettendo a comfronto il sangue umano e l’acqua dell’oceano; l’inquinamento ambientale e l’accumulo di rifiuti; l’estrazione dell’uranio e la produzione di plutonio, che hanno determinato la contaminazione delle acque di superficie, come anche del suolo e dell’aria.
Tra le sue istallazioni ricordiamo, Apparatus for the Distillation of Vague Intuitions, composta da recipienti in vetro soffiato su cui sono incise delle intuizioni sull’arte e congetture scientifiche, che vengono messe a confronto per far si che le sue discipline si interroghino a vicenda.
Halfway to Invisible è invece un lavoro multimediale, che utilizza video, sculture cinetiche, fotografie e un archivio di documenti governativi. L’installazione espone il patrimonio ambientale delle miniere di uranio nel sud-ovest americano, che hanno prodotto, tra il 1949 e il 1980, più di 225 milioni di tonnellate di uranio, compromettendo irrimediabilmente la salute dei minatori e delle loro famiglie.