Sheng Qi è un artista cinese nato nel 1965 ad Anhui. Nel 1988 si diploma all’Accademia Centrale d’Arte e Design di Pechino e conclude i suoi studi a Londra dopo un periodo formativo e lavorativo in Italia.
Sheng Qi esplora la situazione socio-politica cinese creando opere ricche di simbolismo politico. Un esempio è la performance dedicata alla rivolta del 1989 a Piazza Tiananmen, dove un gruppo di ribelli guidati dal movimento studentesco locale svelarono pubblicamente le spaccature profonde all’interno della leadership politica cinese: un evento che condusse al ripristino della legge marziale nella capitale del paese. Come risposta a quest’atto cruento e antidemocratico da parte del governo cinese, Sheng Qi realizzò una performance altrettanto violenta: si tagliò il dito mignolo della mano sinistra e lo seppellì in un vaso di fiori.
La forza e la carnalità con cui l’artista esprimeva le sue idee anticonformiste, si tramutò in un attenzione quasi esclusiva verso il corpo umano.
La sua mano deturpata divenne soggetto di molte sue opere, fotografiche e pittoriche, tra cui “My left hand in blue” (2007): un acrilico su tela che rappresenta la sua mano priva del mignolo su uno sfondo blu ricoperto di caratteri cinesi simili a graffiti che recitano: “Critica la realtà!”.
L’uso del colore blu per lo sfondo di questo dipinto simboleggia un nuova serenità nel rapportarsi alla società cinese contemporanea. Condizione che non ritroviamo in molte altre opere, dove l’artista esprimeva il suo atteggiamento negativo utilizzando i colori rosso, nero e bianco.
Un immagine spesso rappresentata in questi dipinti è quella di un enorme e prominente di Mao Tse-tung (1893-1976).
Nell’opera “Bige”, realizzata nel 2010, la sagoma del rivoluzionario appare gigantesca rispetto agli uomini che compongono la folla che lo circonda.
Questa folla simboleggia la numerosità della popolazione in Cina, mentre la miniaturizzazione delle figure allude alla pittura tradizionale cinese. Nei dipinti antichi, infatti, nei rari casi in cui la figura umana veniva rappresentata, questa era realizzata in modo approssimativo e in scala ridotta per evidenziarne l’infimo livello d’importanza dell’uomo.
Dal lato opposto, la figura enorme di Mao in “Bige” simboleggia il sistema del partito unico, che prevede uno Stato dominato da un solo partito: il partito comunista.
Nell’opera “Black and white shadow of mao”(2011) l’artista rappresenta una moltitudine di minuscole persone che formano una sagoma grigia che evoca le sembianze di Mao. Con questo dipinto Sheng Qi suggerisce che anche nell’epoca contemporanea l’ex leader cinese è percepito dalla popolazione come qualcosa di presente, incancellabile.
Sheng Qi realizzò anche dittici rappresentanti scene di vita quotidiana. Tra questi c’è “Bikes”, dove la popolazione cinese in bicicletta si divide nei due colori nazionali, il rosso e il bianco. Per quest’opera l’artista utilizza il dripping (lo sgocciolamento di Pollok), creando un effetto che evoca il passaggio del tempo. Le gocce che colano lungo il dipinto suggeriscono l’idea di movimento, modificando e trasformando i soggetti, segnando il loro passaggio nella storia della Cina e del mondo.
Un articolo di Ilaria Santini