Ho solo guardato quello che mi ha mostrato l’universo.
Voglio dipingere l’aria in cui si trova il ponte, la casa, la barca. La bellezza dell’aria in cui si trovano, e questo non è altro che l’impossibile.
Seguo la natura senza riuscire a coglierla, forse devo dei fiori per essere diventata una pittrice.
Il colore è la mia ossessione quotidiana, la gioia e il tormento.
Davanti a te un albero, una casa, un campo o qualsiasi altra cosa. Pensa a questo: ecco un quadratino di blu, rosa, un ovale verde, una striscia gialla e dipingi esattamente come ti appaiono.
Il giardinaggio è un’attività che ho imparato nella mia giovinezza quando ero infelice. Forse devo ai fiori l’essere diventato un pittore.
Il bianco e il nero sono perfetti, ma i colori e le forme non sono la stessa cosa, quindi vedo ancora il giallo che è verde e il resto più o meno blu, non è, non è divertente.
Il tempo si è raffreddato bene, e si dovrebbe consigliare a Eugenio di coprire le tigridie e varie cose che conosce; soprattutto con la luna, aveva paura del gelo. Consiglio anche a lui, se proveniva da docce, grandine (ce n’era un po ‘qui ieri), di abbassare le tele della serra.
Caro amico, assicurati di venire lunedì come concordato, tutti i miei iris saranno in fiore, dopo ci saranno alcuni sbiaditi. Ecco il nome della pianta giapponese che mi viene dal Belgio: Crythrochaete. Prova a parlarne con il signor Godefroy e dammi alcune informazioni sulla sua cultura.