Anselm Kiefer, esponente della corrente neoespressionistica tedesca, è un artista eclettico e innovativo.
Nasce a Donaueschingen nel 1945. Negli anni sessanta si iscrive a giurisprudenza che lascerà nel 1966 per intraprendere gli studi di pittura, inizialmente con Peter Dreher e Horst Antes, poi nel 1972 ci fu l’incontro con il pittore Joseph Beuys e sarà grazie a quest’ultimo che Kiefer svilupperà una certa attenzione per i materiali poveri e per gli oggetti semplici.
Negli anni settanta Kiefer darà vita ad alcune performance chiamate “Occupazioni”, durante le quali si farà riprendere con il braccio teso nel saluto hitleriano in alcuni luoghi simbolo della Germania.
Dal 1974 realizzerà alcune tele, di grandi dimensioni, ottenute sovrapponendo diversi strati di colori e lacca. Nei suoi quadri comincia ad applicare sue xilografie e a incollare suoi disegni, che poi amalgama con il colore e con materiali eterogenei e poveri. Affronta per lo più tematiche paesaggistiche, spesso unite a parole e frasi dipinte.
Nel 1980 la Biennale di Venezia gli dedicò una mostra personale intitolata “Verbrennen-Verholzen-Versenken-Versanden”.
A partire dalla metà degli anni ottanta Kiefer realizzerà una serie di opere dedicate alla storia ebraica e in modo particolare alle donne morte nei campi di sterminio.
Tra queste va ricordata l’opera intitolata “Margarete”, un nome di donna molto diffuso tra gli ebrei, qui l’artista non raffigura una donna ma un paesaggio, inquietante e ricco di tensione emozionale, dove le tragedie di dolore e morte si sono consumate.
Alla fine degli anni ottanta Kiefer cominciò a farsi notare anche grazie ad una vasta tournée di mostre ed esposizioni : Chicago, Philadelphia , Los Angeles e New York e poi arriva il turno dell’Italia con Venezia nel 1997 e a Bologna nel 1999. Dagli anni ’90 Anselm divide il suo studio fra Buchen e Gerusalemme.