Joseph Beuys e’ un noto artista tedesco che ha analizzato in modo simbolico le problematiche legate al secondo conflitto mondiale.
Nel 1943 l’aereo su cui e’ passeggero precipita in Crimea, dove viene accolto da una tribù locale di tartari che gli curano le ferite con medicinali e pozioni a base di grasso animale e misteriose tecniche sciamaniche.
Su tale esperienza in Crimea si fonda tutta arte di Beuys. L’artista necessita di instaurare una connessione spirituale con la natura dalla quale riceve energie positive e inizia ad utilizzare in ogni sua opera materiali simbolici come il feltro e il grasso animale.
L’esperienza fondamentale che ha portato Beuys negli anni ’60 ad un cambiamento radicale è stato il riconoscimento dello shock diffuso in Germania dopo la fine della seconda guerra mondiale. L’artista sviluppò un’estetica della memoria per elaborare il lutto delle vittime del nazismo, in opposizione all’astrattismo e internazionalismo a-politico degli avanguardisti tedeschi (motivo per cui non fu accolto nel movimento Fluxus).
La crisi della memoria in Germiania determita dalla rimozione del passato veniva affrontata da Beuys attraverso una rilettura simbolica e rituale del lutto nazionale.
Nell’opera “Dimostrazione Auschwitz” , realizzata tra il 1956 e il 1964, l’artista colloca in una teca di vetro diversi oggetti non collegati esplicitamente con Auschwitz. Tra questi ci sono blocchi di gesso, simboli cristiani, resti di un topo morto, oggetti fatti con la salsiccia fatta a fette: elementi tra il processuale e il rito sciamanico.
Nell’ installazione lo shock della guerra viene evocato attraverso la presenza di simboli di morte e ricorda l’impossibilità che una memoria così atroce trovi una rappresentazione adeguata.