L’Arte Informale deriva dal francese Art informel e descrive una serie di approcci alla pittura astratta caratteristici degli anni Quaranta e Cinquanta che avevano in comune una metodologia basata sull’improvvisazione, la materialità e la gestualità.
L’arte informale comprende tendenze europee come il tachisme, la pittura materica e l’astrazione lirica, ma anche l’espressionismo astratto americano. L’automatismo surrealista sta alla base della gestualità propria degli artisti informali.
Il termine “Arte Informale” è stato utilizzato per la prima volta dal critico francese Michel Tapié nel suo libro Un Art Autre del 1952 per descrivere tecniche artistiche gestuali, materiche e segniche. Tapié definiva l’arte informale come “altra” per il suo essere una rottura completa con la tradizione pittorica precedente.
Nello stesso 1952 fu organizzata una mostra a Parigi intitolata “Un Art Autre” in cui venivano esibite le opere di Karel Appel, Alberto Burri, Willem de Kooning, Jean Dubuffet, Jean Fautrier, Georges Mathieu, Jean-Paul Riopelle e Wols. Altri artisti protagonisti furono Henri Michaux, Hans Hartung e Pierre Soulages. Il termine art autre, ripreso dal titolo del libro di Tapié, è stato spesso usato per definire l’arte informale.